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Strutture oscillatorie differenziali

Sistemi oscillativi

Premessa

Esplorare e realizzare forme algoritmiche con caratteristiche oscillatorie è uno tra gli obiettivi più accattivanti della pittura generativa. Lo strumento matematico più fertile si fonda sulle soluzioni di equazioni in cui compaiono una funzione e le sue derivate (equazioni differenziali). Tali equazioni possono essere formulate in forma isolata o in congiunzione con altre nel quadro di sistemi variamente articolati definiti da condizioni al contorno. Quando un sistema conduce a soluzioni con caratteristiche ondulatorie evidenti si è solito indicarlo con il termine oscillatore o sistema oscillante. Le strutture algoritmiche genericamente orientate a perseguire e realizzare le evidenze di cui sopra sono indicate con il termine sistemi oscillativi.

Ai fini della manifestazione di evidenze oscillatorie anche caotiche, la principale equazione differenziale utilizzabile  è detta ordinaria lineare a coefficienti costanti ed è specificata dall'ordine h massimo di derivata della risolvente che compare nella sua espressione. Il caso particolare h=4 riveste un ruolo fondamentale nelle ricerche di Turlon collegate alla tematica oscillatoria. Ai fini delle pagine del sito è tuttavia sufficiente limitarsi all'ordine h=2 con una formulazione differenziale nota come oscillatore armonico semplice. Tale sistema è ampiamente trattato in letteratura e nel web.

Le ricadute pittorico-generative relative alla tematica oscillatoria sono inquadrate negli oscitopi. Nel seguito vengono illustrati alcuni elementi tecnici orientativi e le linee guida essenziali per la costruzione e la lettura delle opere.

Aspetti generali

Dato un generico parametro T, una equazione differenziale ordinaria è una uguaglianza in cui compaiono una funzione o(T) e le sue derivate nella forma H(T,o(T),o'(T),o"(T),…,o'ʰ'(T))=0 dove  o'(T)=do(T)/dT, o"(T)=d²o(T)/d²T e o'ʰ'(T)=dʰo(T)/dʰT sono rispettivamente la prima, la seconda e l'h-esima derivata di o(T) rispetto a T.

Una equazione differenziale ordinaria di ordine h è detta lineare a coefficienti costanti se è esprimibile nella forma  ʰHo'ʰ'(T)+…+²Ho"(T)+¹Ho'(T)+⁰Ho(T)=g(T) dove  ʰH,…,²H,¹H,⁰H sono costanti e g(T) è una generica funzione.

Un caso, particolarmente fertile ai fini dello studio dei sistemi oscillativi, è quello di ordine 4. Esso è esprimibile nella forma Ao''''(T)+Bo'''(T)+Co''(T)+Do'(T)+Eo(T)=f(T) dove A,B,C,D,E sono costanti e f(T) è una funzione specifica che assume preferibilmente espressioni del tipo f(T)=0 (oscillazione libera), f(T)= γcos(ωT+φ) (oscillazione forzata cosinusoidale) o f(T)=ρε[o(T)]ʳ (oscillazione forzata perturbativa di grado r) con  γ,ω,φ,ρ,ε coefficienti opportuni .

Nel seguito i riferimenti e i dettagli sono riservati unicamente al sottocaso di ordine 2 nella forma o''(T)+2So'(T)+W²o(T)=0 dove S e W sono rispettivamente noti come coefficiente di smorzamento e coefficiente di pulsazione

In questa ultima formulazione, le risultanze relative alla risolvente o(T) dipendono dal confronto tra S e W a seconda dei casi S=0 (oscillazione non smorzata), S<W (oscillazione sottosmorzata), S=W (oscillazione critica) e S>W (oscillazione sovrasmorzata). Fissati S e W, le soluzioni della equazione sono ricavabili non appena siano note due condizioni indipendenti al contorno relative ai valori di  o''(T), o'(T) o o(T) assunti in corrispondenza dei valori T=T‚ o T=T„. Nel caso si assumano noti o(T‚) e o(T„),  le risultanze sono sintetizzate in T01

dove s e w indicano rispettivamente lo smorzamento e la pulsazione efficaci e dove a e b sono valori utili legati all'ampiezza delle oscillazioni. Quanto sopra funge da riferimento per le illustrazioni e i dettagli successivi.

Elementi rappresentativi

Ai fini della rappresentazione  pittorica, la chiave operativa è associare un cromatismo dinamico alla valorizzazione dell'oscillazione coerentemente con l'evoluzione del parametro T. Quanto sopra può essere realizzato secondo vari criteri e modalità.

La prima modalità, utilizzata nei confronto parametrici, prevede l'associazione di tre colori indipendenti a tre valorizzazioni limite previste a priori (es. -1, 0 e 1 rispettivamente associati a nero, giallo-oro e bianco in F01).

 La seconda modalità, in assenza di previsioni a priori, conserva le precedenti tre valorizzazioni e corregge eventuali casi che debordino le limitazioni introducendo soglie automatiche (es. immagine a sinistra in F02) o normalizzazioni distorsive (es. seconda immagine da sinistra in F02). La terza modalità, dopo una fase di inizializzazione, associa a posteriori tre distinti colori alle valorizzazioni minima, media e massima (es. terza immagina da sinistra in F02). La quarta modalità, usata tipicamente a fini di descrizione evolutiva di relazioni tra o''(T), o'(T) e o(T), prevede infine l'associazione diretta di un cromatismo progressivo al parametro T da riprodurre in parallelo alle valorizzazioni in itinere (es. immagine a destra in F02).

Indipendentemente dalla modalità adottata, il risultato finale è la creazione di un cromatismo progressivo in grado di concretizzare una corrispondenza univoca tra i valori dell'oscillazione e il parametro T. Detta corrispondenza costituisce l'ossatura di tutti i processi di generazione pittorica.  

Elementi peculiari

Fissate le modalità di rappresentazione, una importante peculiarità introdotta da Turlon è la possibilità di vincolare in itinere l'oscillazione per quanto riguarda sia o(T) sia o'(T) sia o''(T). Il processo di vincolo avviene per bande e, quando estremizzato, può essere interpretato come una sorta di misura.  In quanto tale è interessante osservare come le valorizzazioni si ripercuotano l'una sull'altra in conformità a previsioni di ispirazione quantistica. In base al principio di indeterminazione di Heisenberge è noto infatti che la precisione nella misura di o(T) comporta la imprecisione nella misura di  o'(T) e viceversa. A titolo di esempio si riporta di seguito il confronto nello spazio delle fasi tra o(T) e o'(T) in assenza (F03) e in presenza (F04) di bande vincolari rigide.

Il medesimo confronto viene rispettivamente riportato in F05 e F06 riferito a o(T) e o''(T)

e in F07 e F08 riferito a o'(T) e o''(T).

E' interessante osservare come negli esempi proposti, a dispetto della imprecisione di o'(T), sia preservata la relazione lineare tra  o(T) e o''(T). Quanto sopra può essere interpretato come una sorta di visualizzazione del principio di indeterminazione Heisenberg.

Rappresentazioni peculiari

La possibilità di introdurre bande di oscillazione apre la strada a una serie di forme oscillative che vanno oltre le usuali rappresentazioni di interferenza ondulatoria. A titolo di esempio in F09, F10 e F11 si riportano, riferiti rispettivamente a o(T), o'(T) e o''(T),  i risultati compositivi di tre identici oscillatori a bande disposti arbitrariamente lungo il perimetro di un rettangolo.

Forme rappresentative tipiche

Definiti i criteri di rappresentazione, il passo successivo consiste nella definizione di un prototipo di sistema oscillativo. Il modello adottato prevede un oscillatore primario (es. immagine a sinistra in F12) eventualmente accompagnato da uno o più oscillatori secondari (es. seconda e terza immagine da sinistra in F12) che, liberi o funzionalmente dipendenti dal primario, possono essere considerati sia singolarmente sia operanti, in modalità seriale o parallela, ai fini della generazione di una base oscillatoria finale (es. immagine a destra in F12).

A partire dal prototipo è poi possibile realizzare composizioni in cui la base oscillatoria o gli oscillatori componenti vengono distribuiti lungo traiettorie funzionali nel piano e, più in generale, nell'iperspazio nD. A titolo di esempio, in F13 sono illustrate, a parità di altre condizioni, le risultanze di distribuzioni nel piano di un sistema oscillativo lungo una traiettoria elicoidale (immagine a sinistra) e lungo una traiettoria casuale (immagine a destra).

Quando si opera nell'iperspazio nD le risultanze sono di difficile lettura e, quando proiettate nel piano, danno vita a immagini che evidenziano l'effetto moiré (es. dettaglio di un sistema oscillativo distribuito sui vertici di un ipercubo 4D in F14).

Aspetti conclusivi

Quando costituito da un numero elevato di componenti, un sistema oscillativo è in grado di generare strutture che evidenziano caratteristiche frattali, simmetrie e periodicità. Ciò fa di tale sistema il soggetto ideale per esprimere complessità a vari livelli (es. immagine in F15).

La versatilità dell'impianto generale del software consente infine di utilizzare un sistema oscillativo come elemento indipendente a contorno per rifinire esteticamente iperstrutture in termini di vertici, spigoli e superfici (es. ipercubo 4D in F16).

Galleria sciart

Esempi degli elementi e delle problematiche citati sono riscontrabili tra gli oscitopi. In particolare, l'aspetto relativo al principio di indeterminazione è illustrato in O034 e O036, mentre l'elemento delle traiettorie funzionali nel piano è presente in O018 e O041. Complessità compositive a vari livelli sono presenti in O021, O023, O040 e O044.